Italy
DECIEMBRE 9, 2025
Italy downgraded in global ratings report on civic freedoms
- Country downgraded from “Narrowed” to “Obstructed”
- Protest rights face increasing restrictions, including draconian security law
- Government critics targeted with military-grade spyware
The CIVICUS Monitor announced Tuesday that it has downgraded Italy’s civic space rating due to a crackdown on protest rights in law and practice and the deployment of state-sanctioned surveillance against critics of PM Meloni’s far-right government.
The People Power Under Attack 2025 report now rates Italy as “Obstructed”, indicating serious constraints on civic space. This rating means civic space is heavily contested, with authorities imposing legal and practical constraints that restrict the full enjoyment of fundamental rights. Italy joins the ranks of 39 countries worldwide with the same rating, including Hungary, Brazil and South Africa. Alongside Italy, 14 other countries have been downgraded, including France, Germany, the United States of America, Israel and Argentina.
Brushing aside protests from unions, rights groups, and thousands of protesters across the country, the government pushed through its “anti-Gandhi” security law, enacting it in June 2025. The sweeping package introduced dozens of new offences, ramped up penalties for non-violent civil disobedience, and expanded police powers and surveillance.
“The security law is a severe attack on rights in Italy, but it’s just one step in a series of growing restrictions on dissent,” said Tara Petrović, Europe researcher for the CIVICUS Monitor. “Italy could have supported those strengthening its society, but instead has chosen to target them. Journalists, human rights defenders, and activists are waking up in a country every morning that is becoming less and less open.”
The new law opens the door to draconian punishments. Blocking traffic now carries sentences of up to two years in prison, with even harsher terms for those opposing infrastructure projects: threats or violence during such protests can result in up to seven years’ imprisonment, while resisting or assaulting an official now carries up to 20 years. Passive resistance in prisons or migrant reception centres, such as hunger strikes, now incurs severe penalties, and rules on occupying buildings have been tightened, targeting those protesting against evictions.
This crackdown forms part of a broader offensive against protest. Climate defenders face increased penalties for property damage and even expulsion orders under anti-mafia laws. In addition to climate protests, anti-war and housing rights mobilisations have faced a hostile response, ranging from detentions to police infiltration and violence. Mass mobilisations in solidarity with Palestine have been dismissed as extremist, with Prime Minister Meloni deriding protesters as “self-proclaimed antifa” and “hooligans”.
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These tactics are not isolated incidences of overreach—they reflect a government increasingly intolerant of scrutiny. Environmental defenders and search-and-rescue groups saving lives at sea face harassment and prosecution under restrictive laws. Journalists are hit with abusive lawsuits and criminal charges for critical reporting or satire, while officials have launched smear campaigns against the judiciary, accusing judges of political bias and collusion with non-governmental organisations.
In February, reports revealed that critics of Prime Minister Meloni’s administration had been targeted with Graphite, military-grade spyware sold exclusively to governments. Those surveilled include investigative journalist Francesco Cancellato, who exposed pro-fascist elements in the ruling party’s youth wing, and rights advocates Husam El Gomati and Luca Casarini, long-standing critics of Italy’s complicity in abuses in Libya.
“This downgrade confirms the picture of a country where democratic freedoms are being steadily eroded by a government that treats dissent and the right to protest as threats to be suppressed rather than as essential foundations of democracy”, said Erasmo Palazzotto from ARCI. “The repression of social movements and the criminalisation of those who defend rights and freedoms are not isolated incidents but the expression of a political strategy that is shrinking civic space and distancing Italy from the democratic standards it claims to uphold.”
Further information
The CIVICUS Monitor is a global research platform that assesses the state of civic freedoms—including freedom of expression, association, and peaceful assembly—across 198 countries and territories. Drawing on verified reports of civic space violations from a network of 20+ research partners worldwide, the Monitor tracks incidents including protests, censorship, the detention of activists and more. Each country is assigned a score from 0 to 100, reflecting the openness of its civic space, with higher scores indicating greater respect for civic freedoms. Based on these scores, countries are classified into five categories: Open, Narrowed, Obstructed, Repressed, or Closed.
For more information or to arrange an interview, please contact: media@civicus.org
9. DEZEMBER 2025
Italia declassata nella classifica mondiale delle libertà civiche
- Paese declassato da “Limitato” a “Ostruito”
- I diritti di protesta incontrano sempre maggiori restrizioni, inclusa la legge draconiana sulla sicurezza
- Gli oppositori del governo sotto controllo con spyware di livello militare
Il CIVICUS Monitor ha annunciato martedì di avere declassato lo spazio civico dell’Italia, a causa di un giro di vite sui diritti di protesta in legge e pratica e dell’implementazione di una sorveglianza sancita dallo stato contro gli oppositori del governo di estrema destra della prima ministra Meloni.
Il rapporto Il Potere del Popolo Sotto Attacco classifica l’Italia come ”Ostruita”, indicando gravi limitazioni allo spazio civico. Questa classificazione indica che lo spazio civico è fortemente contestato, con le autorità che impongono restrizioni legali e pratiche che limitano il pieno godimento dei diritti fondamentali. L’Italia si unisce a 39 paesi mondiali con la stessa classificazione, tra cui Ungheria, Brasile e Sudafrica. Oltre all'Italia, altri 14 paesi sono stati declassati, tra cui Francia, Germania, Stati Uniti d'America, Israele e Argentina.
Ignorando le proteste di sindacati, gruppi per i diritti umani e migliaia di manifestanti in tutto il paese, il governo ha fatto approvare la sua legge sulla sicurezza "anti-Gandhi", promulgandola nel giugno 2025. ll pacchetto di misure radicali ha introdotto decine di nuovi reati, inasprito le pene per la disobbedienza civile non violenta e ampliato i poteri e la sorveglianza della polizia.
“La legge sulla sicurezza è un grave attacco ai diritti in Italia, ma è solo un passo di una serie di crescenti restrizioni al dissenso,” ha detto Tara Petrović, ricercatrice per l’Europa per CIVICUS Monitor. “L'Italia avrebbe potuto sostenere coloro che rinforzano la sua società, ma invece ha scelto di prenderli di mira. Giornalisti, difensori dei diritti umani e attivisti si svegliano ogni mattina in un Paese che sta diventando sempre meno aperto.”
La nuova legge apre la porta a pene draconiane. Bloccare il traffico ora comporta pene fino a due anni di carcere, con pene ancora più severe per chi si oppone a progetti infrastrutturali: minacce o violenze durante tali proteste possono portare fino a sette anni di carcere, mentre la resistenza o l'aggressione a un funzionario ora comportano fino a 20 anni di carcere. La resistenza passiva nelle carceri o nei centri di accoglienza per migranti, come gli scioperi della fame, ora comporta pene severe e le norme sull'occupazione di edifici sono state inasprite, prendendo di mira coloro che protestano contro gli sfratti.
Questa repressione fa parte di una più ampia offensiva contro le proteste. I difensori del clima rischiano pene più severe per danni alla proprietà e persino ordini di espulsione in base alle leggi antimafia. Oltre alle proteste per il clima, le mobilitazioni contro la guerra e per il diritto alla casa hanno incontrato una risposta ostile, che va dagli arresti alle infiltrazioni della polizia e alla violenza. Le mobilitazioni di massa in solidarietà con la Palestina sono state liquidate come estremiste, con la Prima Ministra Meloni che ha deriso i manifestanti definendoli "autoproclamati antifa" e "teppisti".
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Queste tattiche non sono casi isolati di abuso di potere, ma riflettono un governo sempre più intollerante al controllo. I difensori dell'ambiente e i gruppi di ricerca e soccorso che salvano vite in mare subiscono vessazioni e procedimenti giudiziari a causa di leggi restrittive. I giornalisti sono colpiti da cause legali abusive e accuse penali per aver criticato o fatto satira, mentre i funzionari hanno lanciato campagne diffamatorie contro la magistratura, accusando i giudici di parzialità politica e collusione con organizzazioni non governative.
A febbraio, alcuni rapporti hanno rivelato che i critici dell'amministrazione della Prima Ministra Meloni erano stati presi di mira con Graphite, uno spyware di livello militare venduto esclusivamente ai governi. Tra le persone sorvegliate figurano il giornalista investigativo Francesco Cancellato, che ha denunciato elementi filofascisti nell'ala giovanile del partito al governo, e i difensori dei diritti umani Husam El Gomati e Luca Casarini, da tempo critici della complicità dell'Italia negli abusi in Libia.
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Ulteriori informazioni
Il CIVICUS Monitor è una piattaforma di ricerca globale che valuta lo stato delle libertà civiche, tra cui la libertà di espressione, associazione e riunione pacifica, in 198 paesi e territori. Basandosi su segnalazioni verificate di violazioni dello spazio civico provenienti da una rete di oltre 20 partner di ricerca in tutto il mondo, il Monitor monitora incidenti come proteste, censura, detenzione di attivisti e altro ancora. A ciascun paese viene assegnato un punteggio da 0 a 100, che riflette l'apertura del suo spazio civico, con punteggi più alti che indicano un maggiore rispetto delle libertà civiche. In base a questi punteggi, i paesi vengono classificati in cinque categorie: Aperti, Ristretti, Ostruiti, Repressi o Chiusi.
Per Ulteriori informazioni o per organizzare un’intervista, si prega di contattare: media@civicus.org
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